Il 15 Maggio per la Sicilia è una data da cerchiare in
rosso sul calendario in quanto ricorrerà una festa molto importante per i
Siciliani ovvero "l'autonomia" politica, legislativa,
amministrativa e finanziaria disciplinata dall'art. 116 della Costituzione
Italiana.
Cominciamo dall'inizio:
All'indomani dello sbarco alleato nel
luglio del 1943 la Sicilia fu occupata dagli Alleati (USA e Gran Bretagna) che
la dotarono di un'Amministrazione militare alleata dei territori
occupati (l’AMGOT) e pensarono per qualche tempo di far tornare
indipendente la Sicilia dunque sorse spontaneo un forte movimento
indipendentista che cavalcò a lungo questa idea. Gli equilibri internazionali però
fecero prediligere per l’idea di restituire la Sicilia all’Italia. Le tensioni
separatistiche e il forte autonomismo dei partiti siciliani unitari fecero
scegliere per l’idea dell’Autonomia all’interno dell’unità politica dello Stato
italiano e così facendo svanì l'idea che la Sicilia divenisse il 49° Stato
Federato degli Stati Uniti d'America.
Nel febbraio del 1944 gli Alleati
restituivano la Sicilia all’Italia ma avevano promosso un progetto di autonomia
confederale per la Sicilia (il Progetto Vacirca); il mese dopo
l’amministrazione italiana veniva riorganizzata da un Alto Commissario
Civile per la Sicilia, fu
scelto Musotto, figura semi-indipendentista gradita anche agli alleati, per
dirigere questa amministrazione ma nel luglio venne sostituito con il più
unitario Aldisio. A dicembre l’Alto Commissario fu assistito da una Consulta
regionale che fu il primo abbozzo del rinato Parlamento
siciliano.
La Consulta, nel corso del 1945, si comportò come
un’Assemblea costituente e adottò un progetto di Statuto autonomo che
presentò al Governo italiano.
Nel frattempo la Sicilia stava scivolando nella guerra
civile in quanto il Governo deportava i massimi esponenti degli indipendentisti
e chiudeva con forza le sedi dei loro partiti dunque essi risposero con la lotta
armata.
Nel 1946 si arrivò alla pacificazione dopo serrate
trattative. I capi del movimento indipendentista furono liberati e fu fatta una
generale amnistia. La lotta armata cessò immediatamente. Il Governo italiano e
la Consulta nazionale accettarono senza modifiche quanto i Siciliani stessi
avevano scritto e così facendo fu siglato un patto di riconciliazione tra
Sicilia e Italia.
Il 15 maggio del 1946 Re Umberto II firmava lo
Statuto della Regione siciliana, ancora oggi vigente. Era nata la “Regione
Siciliana”.
L’Italia accettava finalmente almeno sulla Carta
Costituzionale che la Sicilia era una comunità con secoli di storia propria e
di autonomia. Nel complesso si determinò una sorta di Regione/Stato associata
all’Italia con una propria Costituzione/Statuto, nel quale riviveva il meglio
delle Costituzioni storiche della Sicilia. Questo Statuto che era anche come un
“Trattato” tra Italia e Sicilia, entrava nella Carta fondamentale della
Repubblica.
Il potere legislativo fu affidato a
un’Assemblea eletta direttamente dai cittadini, con ampi poteri di
fare leggi in modo esclusivo o concorrente con
lo Stato.
Il potere esecutivo fu dato ad
una Giunta regionale di Governo, costituita da un Presidente e
da tanti Assessori regionali (in genere 12), eletti
dall’Assemblea.
Il potere giudiziario fu lasciato
allo Stato, ma con l’obbligo di tenere in Sicilia tutti i gradi di giudizio e con
l’istituzione di una piccola corte costituzionale speciale, l’Alta Corte per
la Regione Siciliana.
Il 2 giugno del 1946 i Siciliani partecipavano in
massa al referendum con cui nasceva la Repubblica italiana. L’Assemblea
Costituente si ritrovò con la Sicilia già autonoma e decise di organizzare lo
Stato secondo i principi di Autonomia e Decentramento, dividendo l’Italia in
regioni, e accordando a cinque regioni, fra cui la Sicilia, un’autonomia
speciale garantita da Legge costituzionale.
Nel 1947 si tennero le prime elezioni regionali e fu
eletto il primo Presidente, Giuseppe Alessi. L’Assemblea
costituente, prima di sciogliersi, accolse per intero lo Statuto autonomo
siciliano come Legge costituzionale della Repubblica, cioè come appendice o
parte speciale della Costituzione stessa.
La vita della Regione autonoma era iniziata.
Dalla Regione parlamentare a quella presidenziale nel 2001
Dalla Regione parlamentare a quella presidenziale nel 2001
Nel corso della storia lo Statuto è stato poi
modificato quattro volte, sempre per iniziativa dell’Assemblea Regionale e poi
approvata da parte del Parlamento dello Stato:
- nel 1972 la durata della legislatura è stata
portata da 4 a 5 anni per renderla uguale a quella di tutte le altre
regioni;
- nel 1989 è stata fatta una piccola modifica che
riguardava la prima convocazione dell’Assemblea dopo le elezioni;
- nel 2001 è stata fatta la modifica più
importante: si è passati dalla Regione parlamentare alla Regione
presidenziale, nel senso che non è più centrale il Parlamento ma il
Presidente;
- Nel 2013, infine, il numero dei deputati
regionali è stato ridotto da 90 a 70.
La modifica del 2001 è la più importante.
Il Presidente è ora eletto direttamente dai cittadini
e non dall’Assemblea. L’Assemblea può solo accettare il Presidente eletto dai
cittadini o sfiduciarlo o dimettersi in maggioranza. Ma in tal caso non decade
solo il Presidente; decade anche l’Assemblea tutta e si va a nuove elezioni.
Questo principio è detto in latino simul stabunt, simul cadent, e
significa “Insieme staranno, insieme cadranno”.
La riforma ha poi rafforzato la figura del Presidente
che ora nomina e revoca liberamente gli Assessori regionali e non li fa
eleggere dall’Assemblea; fra questi è previsto un “Vicepresidente”, che prima
era ogni tanto nominato ma non era obbligatorio.
Fra le altre modifiche del 2001 ricordiamo che sono
stati introdotti strumenti di democrazia diretta, come i progetti
di legge di iniziativa popolare o i referendum regionali.
Nello stesso anno una grande riforma dello Stato (la
cosiddetta riforma federalista) cambiò la stessa Costituzione.
Alle Regioni a Statuto ordinario furono dati altri
poteri che vengono automaticamente estesi anche alla Sicilia. La Sicilia ha
mantenuto dove più favorevoli i poteri che aveva con il suo Statuto ma ne ha aggiunto
di nuovi.
Nonostante
tutto ciò, però, una gran parte dello Statuto attende ancora dopo tanti anni la
sua attuazione infatti sono in molti a lamentare un'esistenza quasi
esclusivamente cartacea dello Statuto, evidenziando come nella realtà dei
fatti, esso sia stato spesso accantonato o dimenticato in favore dell'egemonia
da parte del Governo centrale che non ha consentito mai di fatto l'applicazione
completa della Carta.
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